OSSERVATORIO  RETE AMBIENTALE  IN BRIANZA
     
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI DI PEDEMONTANA
         
         
I PROGETTI DEFINITIVI DELLE COMPENSAZIONI AMBIENTALI    
     
ALBESE CON CASSANO (CO)
      
AICURZIO (MB)
   
ARCORE (MB)
 
BARLASSINA (MB)
 
BELLUSCO (MB)
 
BERNAREGGIO (MB)
 
BIASSONO (MB)
 
BOLTIERE (BG)
 
BONATE SOPRA(BG)
   
BONATE SOTTO (BG)
 
BOTTANUCO (BG)
 
BOVISIO-MASCIAGO (MB)
 
BREGNANO (CO)
 
  BREMBATE (BG)
 
BUGUGGIATE (VA)
    
BUSTO ARSIZIO (VA)
 
CAIRATE (VA)
 
CANTELLO (VA)
 
CAPRIATE SAN GERVASIO (BG) 
 
CARATE BRIANZA (MB)
 
CARBONATE (CO)
 
CASNATE CON BERNATE (CO)
 
CARNATE (MB)
   
CARIMATE (CO)
 
CASSANO MAGNAGO (VA) 
 
CASTIGLIONE OLONA (VA)
  
CERMENATE (CO)   
  
CERIANO LAGHETTO (MB)
   
CESANO MADERNO(MB) 
 
CHIGNOLO D'ISOLA(BG)
 
 CIRIMIDO (CO)
 
  CISLAGO (VA)
 
CLIVIO(VA)
 
COGLIATE (MB)
 
COMO
 
CORNATE D'ADDA (MB)
 
DALMINE (BG)
 
DESIO (MB)
 
FAGNANO OLONA (VA)
 
FENEGRO' (CO)
 
FILAGO (BG)
 
   GAZZADA SCHIANNO (VA)
 
GERENZANO (VA)
 
GORLA MAGGIORE (VA)
 
 GORLA MINORE (VA)  
 
GRANDATE (CO)
 
LAZZATE (MB) 
 
LENTATE SUL SEVESO (MB)
 
LESMO (MB)
 
LIMBIATE (MB)
   
LIMIDO COMASCO (CO)
 
LIPOMO (CO)
    
LISSONE (MB)
   
LOCATE VARESINO (VA)
   
LONATE CEPPINO (VA)
   
LOMAZZO (CO)
 
LOZZA (VA)
 
LURATE CACCIVIO (CO)
LUISAGO (CO)
 
MACHERIO (MB)
MADONE (BG)
   
MALNATE (VA)
 
MEDA (MB)
 
MEZZAGO (MB)
 
MISINTO (MB)
 
MONTANO LUCINO (co)
   
MONTORFANO (CO)
   
MORAZZONE (VA)
 
MOZZATE (CO)
 
ORIGGIO (VA)
 
ORNAGO (MB)
 
OSIO SOTTO (BG)
 
OSIO SOPRA (BG)
 
PRESEZZO (BG)
 
RESCALDINA (MB)
   
ROVELLASCA (CO)
 
ROVELLO PORRO (CO)
SARONNO
 
SEREGNO (MB)
 
SEVESO (MB)
   
SOLARO
 
 SOLBIATE OLONA (VA)
 
SOVICO (MB)
 
SUISIO (BG)
 
SULBIATE (MB)
   
TAVERNERIO (CO)
 
TERNO D'ISOLA (BG)
 
TRADATE (VA)
 
TREZZO SULL'ADDA (MB)
 
TRIUGGIO (MB)
 
TURATE (CO)
 
UBOLDO(VA)
 
USMATE VELATE
 
VAREDO (MB)
 
VARESE (VA)
   
VEDANO AL LAMBRO
     
VEDANO OLONA (VA)
 
VILLA GUARDIA (CO)
 
VIMERCATE (MB)
   
   
         
 
     
Insieme   in   rete   per   uno   sviluppo   sostenibile
          
        
 

AUTOSTRADA PEDEMONTANA

UN’INFRASTRUTTURA INUTILE CHE FA MALE

 AD AMBIENTE E TERRITORIO

   

Sabato 10 giugno, dalle ore 10

manifestiamo

a Milano in piazza Città di Lombardia, sede della Regione

La propaganda di Regione Lombardia e della società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) magnifica la nuova autostrada che attraverserà la Brianza come un condensato d’intelligenza tecnica, un’infrastruttura collocabile a pieno titolo nelle grandi opere del futuro, rispettosa dell’ambiente, costellata di percorsi ciclabili - per i quali però mancano progetti e soldi e annunciando persino la creazione di una Comunità Energetica Rinnovabile (CER).

Cemento e asfalto diventano elementi di pura e idilliaca poesia.

Una narrazione finta e surreale per nascondere la realtà e la verità di una infrastruttura inutile, che non risolverà i problemi viabilistici, che sulle tratte B2, C e D divorerà il territorio squassando aree libere e boscate anche di pregio e resuscitando il rischio diossina TCDD del disastro ICMESA del 1976, laddove il tracciato intersecherà i terreni ancora contaminati.

Il territorio, l’ambiente, la biodiversità e i servizi ecosistemici che consumerà non saranno mai più recuperati, il denaro pubblico speso non sarà più disponibile per progetti più utili e sostenibili.

La Regione Lombardia, unico soggetto a cui fa capo il potere decisionale ha finora:

  • rifiutato qualsiasi Interlocuzione con le rappresentanze del territorio comunicando solo la propria volontà nel proseguire senza alcun ripensamento ne modifica progettuale,

  • respinto ogni proposta di confronto sulla riduzione del danno ambientale che l’infrastruttura produrrà, negandone l’incompatibilità con l’ambiente e definendo immodificabile l’attuale progetto,

  • trasformato la natura del finanziamento misto pubblico-privato in un finanziamento pressoché totalmente pubblico,

  • ignorato l’impatto aggiuntivo che si avrà sul traffico intercomunale generato dai flussi veicolari di breve e media percorrenza in fuga dall’elevato pedaggio autostradale,

  • accettato previsioni di percorrenza irreali a giustificazione del completamento dell’infrastruttura, senza chiarire i fondati dubbi sulla effettiva consistenza del traffico che la percorrerà.

 

Come gruppi, associazioni ambientaliste e liste civiche, da tempo abbiamo avuto un ruolo fondamentale nella resistenza alla realizzazione di Pedemontana, occupandoci dell’analisi approfondita del progetto, della sensibilizzazione di cittadini e istituzioni per far crescere la coscienza della necessità di salvaguardare il territorio e di indirizzare le risorse su nuovi modelli di sviluppo per la Brianza.

Ci siamo e continueremo ad esserci con la nostra opposizione e il nostro attento controllo.

Seguiamo con attenzione anche il ricorso alla giustizia amministrativa presentato dal Comune di Lesmo per contestare la legittimità delle ripetute proroghe delle dichiarazioni di pubblica utilità di un’opera che ormai è evidentemente inutile, dispendiosa, impattante per territorio e ambiente e causa di un enorme spreco di risorse pubbliche.

 
Per evitare le nuove lacrime amare con cui saremmo costretti a piangere nuovi disastri, causati da un modello di sviluppo fallimentare e insostenibile che si continua a perseguire, saremo davanti alla Regione Lombardia ad esprimere, ancora una volta, la nostra contrarietà all’autostrada Pedemontana Lombarda e per dire che la vera transizione ecologica sarà possibile solo quando i progetti come quello di Pedemontana cesseranno di essere presi in considerazione.

I gruppi e le associazioni ambientaliste

e le liste civiche delle tratte B2-C-D dell’autostrada:

Alternativa Verde Desio, Comitato Parco Groane Brughiera, Coordinamento No Pedemontana,
Comitato Ambiente Bovisio Masciago, Comitato Ferma Ecomostro tratta D breve, Legambiente circolo Gaia Usmate e Velate,

Legambiente circolo Laura Conti di Seveso, Legambiente Seregno, Legambiente Desio, Lista Altra Bovisio, Passione Civica Cesano M, Seveso Futura, ViviLissone, Movimento No Pedemontana Lesmo-Camparada-Arcore, Sinistra e Ambiente Meda, Impulsi Sostenibilità e Solidarietà Meda, Monza per un Buon Clima, Gruppo Valle Nava Casatenovo, ImmaginArcore, MeltingPot Arcore, Prospettiva Civica Arcore, Un Parco per Bernareggio, Fridays For Future Brianza Vimercate e Bellusco, Comitato per la Difesa del Territorio Lissone, Sinistra per Desio.

   
   
 
 

PEDEMONTANA: NON CI RASSEGNIAMO

   
 
L’Amministrazione Comunale di Lesmo, guidata dal Sindaco Montorio e sostenuta da molti cittadini, ha attivato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) contro uno degli atti che consentirebbe alla società Autostrada Pedemontana Lombarda (APL) di completare l’infrastruttura: la proroga della dichiarazione di pubblica utilità su cui sussistono molti dubbi di legittimità perché più volte reiterata.
     
Difficile fare previsioni su quale sarà l’esito del ricorso, è tuttavia un’azione concreta di un’amministrazione della tratta C che si è resa conto di come la Pedemontana devasterebbe il territorio e l’ambiente in quella dove ne è pianificato il completamento.
Un ricorso conseguenza della totale indisponibilità di Regione Lombardia verso le istanze e le preoccupazioni delle amministrazioni e dei gruppi ambientalisti.
 
Sarà una partita complicata, certamente non risolutiva, ma che, ci auguriamo, possa consentire l’apertura di nuovi scenari, al momento non presi in considerazione dalla Regione e basati sulla messa in discussione dell’infrastruttura così come voluta e progettata. Anche i recenti incontri chiesti e ottenuti da singole amministrazioni con la soc. Autostrada Pedemontana Lombarda (APL), mera concessionaria senza attribuzione decisionale ampia, si sono rivelati puramente informativi ottenendo solo dinieghi alle richieste di modifiche progettuali sostanziali avanzate.
   
Come gruppi, associazioni ambientaliste e liste civiche abbiamo avuto un ruolo fondamentale nella resistenza alla realizzazione di Pedemontana.
In questi anni abbiamo fatto informazione puntuale con credibilità nei confronti di amministrazioni locali, associazioni e cittadinanza, facendo crescere la consapevolezza, ci siamo confrontati con le Istituzioni e con la politica, abbiamo anche ottenuto risultati facendo applicare leggi e normative.
 
La scelta di Lesmo è stata favorita anche dal nostro lavoro e dalla mobilitazione, col Movimento No Pedemontana lesmese che è stato determinante nell’infondere il coraggio necessario per l’atto di ricorso al TAR.
   
Per questo, la mobilitazione e l’azione di contrasto devono continuare.
Manteniamo ferma l’attenzione sulle compensazioni ambientali e le mitigazioni, sia per garantirne la qualità che per impedire che possano essere decurtate o snaturate a causa della crescita dei costi di realizzazione dell’autostrada.
 
Riteniamo poi inaccettabile la scelta di realizzare la Greenway solo al completamento della tratta D, il cui destino risulta ad oggi sconosciuto.
Per la tratta D breve attendiamo qualche provvedimento ufficiale, giudicandola un progetto anch’esso devastante per l’ambiente, dai costi stimati altissimi e oltretutto inutile perché posizionata a breve distanza e parallela ad un’autostrada già in esercizio. Confidiamo e siamo fiduciosi che le amministrazioni del vimercatese interessate a questa tratta, mantengano in tutte le sedi opportune e nel rispetto degli impegni presi coi territori, la loro contrarietà al progetto.  Serve qui insistere sulla coesione tra il territorio e i suoi amministratori, anche a fronte dei risultati dell’analisi commissionata dalla Provincia al centro studi PIM che ha avvalorato l'idea di possibili e più valide alternative.
 
Proseguiremo con la nostra azione di contrasto alla Pedemontana, lavorando per una nuova iniziativa pubblica, prevista per sabato 10 giugno a Milano davanti a una sede della Regione, per rendere ancora più visibili le ragioni che stanno alla base del nostro impegno.
La partita per noi non è chiusa, il coraggio e la volontà ci sono ancora e riteniamo che non sia mai il tempo della rassegnazione perché il nostro territorio merita attenzione e salvaguardia e non il disastro ambientale conseguente al completamento dell’autostrada.
     
In assenza di una attenzione al suolo che ormai è pesantemente consumato in Monza Brianza, alla vegetazione e naturalità che si assottiglia con conseguenti effetti climatici deleteri e con un futuro cupo per le nuove generazioni, continuare a  trovarci, condividere, pensare per preservare  il verde, per la salvaguardia delle aree libere, per il ripristino della vegetazione che è stata massacrata, rifiutare l’indifferenza e la rassegnazione, godere insieme dei luoghi che ancora ci rimangono nella loro bellezza, sono azioni che fissano il futuro di una specie umana che coevolve con il resto del pianeta animale e vegetale.
   
   
I gruppi e le associazioni ambientaliste e le liste civiche delle tratte B2-C-D dell’autostrada:

Ass. Colli Briantei,
Alternativa Verde Desio,
Comitato Parco Groane Brughiera,
Coordinamento No Pedemontana,
Comitato Ambiente Bovisio Masciago,
Comitato Ferma Ecomostro tratta D breve,
Legambiente Biassono,
Legambiente circolo Gaia Usmate e Velate,
Legambiente circolo Laura Conti di Seveso,
Legambiente Seregno,
Legambiente Desio,
Lista Altra Bovisio,
Lista Passione Civica Cesano M,
Seveso Futura, 
ViviLissone,
Movimento No Pedemontana Lesmo,
Sinistra e Ambiente Meda,
Impulsi Sostenibilità e Solidarietà Meda,
Monza per un Buon Clima,
Gruppo Valle Nava Casatenovo,
ImmaginArcore,
Meltingpot Arcore,
Fridays For Future Brianza Vimercate e Bellusco,
Comitato per la Difesa del Territorio Lissone,
Sinistra per Desio,
Un Parco per Bernareggio.
 
 
 
 
 
Comunicato stampa Osservatorio PTCP MB  
         

Si prevede di consumare suolo agricolo per milioni di metri quadrati, 

ma secondo Regione Lombardia:

 “il fatto non sussiste!”. Leso il principio di realtà!

       
Ogni giorno leggiamo sulla stampa e sentiamo ora anche sulle reti televisive e in alcuni programmi elettorali che è del tutto sbagliato consumare nuovo suolo agricolo per motivi idrogeologici, produttivi, paesaggistici, ecosistemici e in estrema sintesi ambientali. Numerose sono le proposte di legge sul consumo di suolo a livello nazionale che giacciono da anni in Parlamento, anche in recepimento di alcune direttive dell’Unione Europea che mira a conseguire l'obiettivo di un consumo netto di suolo pari a zero entro il 2050. Taluni sostengono che tale compito spetti alle Regioni, dopo la riforma del Titolo V° della Costituzione.
   
Anche la Regione Lombardia, dopo anni di non ascolto di petizioni nazionali e proposte di legge di iniziativa popolare, ha approvato nel 2014 le legge n. 31 che dovrebbe tendere alla riduzione del consumo di suolo, con meccanismi “a cascata” sui diversi piani territoriali, a partire da quello regionale (PTR), poi quelli provinciali (PTCP) e infine quelli comunali (PGT).
In realtà, oltre ad aver accumulato ritardi di diversi anni rispetto a quelli previsti da quella stessa legge, questa contiene alcuni escamotage e alcune definizioni che la rendono praticamente inutile, se non peggio.
 
 
PEDEMONTANA
 
Ci riferiamo in particolare all’art. 2, che definisce il consumo di suolo, che recita, alla lettera c): “consumo di suolo: la trasformazione, per la prima volta, di una superficie agricola da parte di uno strumento di governo del territorio, non connessa con l'attività agro-silvo-pastorale, esclusa la realizzazione di parchi urbani territoriali e inclusa la realizzazione di infrastrutture sovra comunali;”. Ma non è così.
 
Infatti il comma 4 sempre dell’articolo 2 dice però: “La Giunta regionale, con deliberazione da approvare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la competente commissione consiliare, definisce i criteri di individuazione degli interventi pubblici e di interesse pubblico o generale di rilevanza sovracomunale per i quali non trovano applicazione le soglie di riduzione del consumo di suolo di cui alla presente legge”. Naturalmente la deliberazione è arrivata (DGR 1141 del 14/01/2019) ed esclude le opere di rilevanza sovracomunale come, per esempio, le infrastrutture stradali, contraddicendo logicamente quanto sentenziato al punto c) della stessa Lr 31/2014, sopra letteralmente riportato.
 
Facciamo però qualche esempio concreto per capire gli effetti pratici di tale situazione.
La contrastata autostrada Pedemontana Lombarda che, secondo alcune stime di massima da noi effettuate, ha consumato per la parte già realizzata e consumerebbe ulteriore suolo
(attualmente libero da edificazioni), per complessivi 3 milioni di metri quadrati (comprensivi dei collegamenti secondari), è come se non esistesse. Questo non è consumo di suolo? Per la Regione no, e sarà così nei Piani territoriali sotto ordinati (PTCP e PGT). Si consideri che il Piano provinciale (PTCP di MB), che ha recepito le indicazioni del Piano territoriale regionale (PTR) indica ai 55 Comuni della Provincia di ridurre la soglia del consumo di suolo del 45%, per circa 4 milioni di mq complessivi. Operazione resa quasi inutile nella realtà a livello territoriale sovracomunale in quanto la riduzione ipotizzata verrà fortemente compromessa dal passaggio di Pedemontana (3mln di mq non computati come consumo di suolo). Una vera beffa!
   
   
  PEDEMONTANA
 
Anche nel comasco, Provincia a noi prossima, si rischia il ripetersi di questa condizione, laddove è progettata la realizzazione della Canturina bis, una strada di collegamento che interessa più comuni. Un’arteria il cui tracciato andrà ad interessare aree tutelate come zone di riqualificazione ambientale ad indirizzo agricolo, zone di riqualificazione ambientale ad indirizzo naturalistico e zone di tutela naturalistica dentro i confini del Parco Regionale Groane-Brughiera. Regione Lombardia ha messo a bilancio buona parte dei fondi necessari, impegnandosi a trovarne la copertura economica completa.
 
Oppure, prendiamo il previsto prolungamento della M5 a Monza, opera sovracomunale, dove, a sud della Città, nel quartiere Casignolo, si prevede la realizzazione di un grosso deposito - officina di quella metropolitana, il quale consumerà circa 20 ettari di suolo agricolo oggi coltivato. S’è preferito utilizzare una superficie libera invece di recuperarli su aree dismesse (es. ex Falck di Sesto). Anche questi 20 ettari non verranno considerati come consumo di suolo?
Per la Regione, nessuna differenza tra piastroni di cemento e asfalto e aree agricole o tutelate che invece dice di voler preservare per non consumare altro suolo libero. Questo fatto è tanto più grave in una Regione e in una Provincia, quella di Monza e Brianza, certificata da tutti i rapporti come la “maglia nera” e la peggiore in Italia per suolo consumato e caratterizzata da un livello altissimo di antropizzazione e urbanizzazione.
 
La contraddizione è reale e sarà evidente: il consumo di suolo misurato da ISPRA nei comuni interessati da queste opere sarà impietoso, così come i costi enormi generati dalla perdita di suolo libero. Dati già evidenti negli anni passati nei comuni attraversati dalla Tangenziale Est Esterna e dal tratto già realizzato di Pedemontana. C’è solo da auspicare un ripensamento della Regione e soprattutto dei Comuni che vedono quelle infrastrutture sovracomunali passare sul proprio territorio. Serve una legge chiara, da applicare senza scappatoie, che sia veramente utile per arrestare la cementificazione indiscriminata della Brianza e in Lombardia.
 
IL COORDINAMENTO AMBIENTALISTA OSSERVATORIO PTCP DI MB 
Monza e Brianza, 30 marzo 2023
 
   
   
 
     
      
 
 
   
La mail per comunicazioni è:
                 
 non usare link automatico