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Galileo Ferraris

Livorno Vercellese (oggi Livorno Ferraris)   30.10. 1847-Torino 7.2. 1897
 
Il Testamento Morale  di Galileo Ferraris
       
A Livorno in festa per l'alto riconoscimento (nomina a senatore), Galileo Ferraris con  un memorabile discorso il 6 gennaio 1897 lasciava intendere il suo testamento morale:

«. .. Ed ora mi accogliete in mezzo a Voi per la seconda volta; mi accogliete quì dove io nacqui; ove dorme mia madre, ove dorme mio padre; ove riposa lo zio che a dividere le durissime fra le cure paterne consumò, oscuro eroe, la vita; ove riposano le zie, dentro le quali parve che la madre mia, salendo al cielo avesse lascialo, per amore di noi bambini, la più bella parte dell'anima sua.
«E qui, ove l'aria che mi riempie i polmoni è quella stessa che mi aprì il petto al primo respiro, ove le cose che mi circondano sono quelle che suscitarono dentro di me le prime idee, ove ogni cosa che vedo, ogni suono che sento, porta gioie e i primi dolori, qui il vostro applauso che mi ricorda quello che mi riempiva l’anima di un'onda di voluttà, se accadeva che io vedessi sul volto di mio padre brillare per causa mia un raggio di contentezza...

<... Lasciate che la mia mente, fissando nell'avvenire, si bei nella visione di una generazione non ad altro intenta che al bene del paese, non più divisa da lotte di 

partiti personali, ma da lotte di idee, le quali non lasciano traccia di amarezze 

nell'animo, come l’uragano non lascia alcuna traccia nel cielo.

«... Il sole benefico fecondi i tuoi campi; crescano, o Livorno, i tuoi figli liberi e belli; sorrida su di essi, stella costante, Amore... ».