| Francesco Ludovico
Beccaria nacque a Mondovì
(Cuneo) il 3 ottobre 1716. Entrato nell’Ordine degli
Scolopi,
divenne religioso professo assumendo il nome di
‘Giambatista’ (da
lui scritto sempre in questo modo).
Insegnò dapprima
nelle scuole del suo Ordine di Narni, Urbino, Palermo e Roma. Nel 1748
venne chiamato alla cattedra di Fisica
dell’Università
di Torino e ne rinnovò l’insegnamento dandogli un
carattere sperimentale. Fu anche maestro di L.Lagrange.
Si
dedicò in
particolare a ricerche sull’elettricità,
che in quegli anni di metà Settecento
avevano
ricevuto
nuovo impulso dalla comparsa della "bottiglia di Leida" e dai lavori di
B.Franklin. L’impegno del Beccaria verso
un’elettrologia quantitativa
venne espresso
con assetto organico nella sua prima opera intitolata Dell’elettricismo
artificiale e naturale, pubblicata
a Torino nel 1753,
nella quale – come dichiarava il titolo –
si trattava
rispettivamente
sia di elettrostatica che di elettricità
atmosferica.
Il contributo più importante dato dal Beccaria allo studio
dell’elettricità – almeno secondo la
valutazione che ne diedero
i suoi contemporanei, anchese al lettore moderno appare opera un
po’
noiosamente
prolissa – si ritroverebbe invece nel volume delle Lettere al
Beccari,
pubblicato a Bologna nel 1758.
Nel 1770
diresse a
Milano l'erezione dei parafulmini a difesa del
Duomo. Dopo anni di assidue ricerche e di riflessioni intorno
ai
fenomeni
elettrici, nel 1772 egli fu finalmente in grado di pubblicare a Torino
la sua opera maggiore intitolata Elettricismo artificiale:
un complicato compendio dell’elettricismo
settecentesco, che
comunque
solo pochi anni dopo l’edizione italiana venne
tradotto in
inglese
per interessamento dello stesso B.Franklin.
Si debbono anche segnalare i notevoli contributi dati dal Beccaria
alla
metrologia e alla chimica. La sua opera esercitò un forte
influsso
sull’ambiente scientifico del tempo e segnò la
ripresa della
ricerca
sperimentale, in particolare di quella elettrica, in Italia. Oltre che
scienziato di fama, egli fu anche un discreto umanista,
avendo specialmente coltivato l'arte e la poesia, ma soprattutto
le lettere latine. Giambatista Beccaria morì a Torino il 27
maggio
1781. | |  | |
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di Beccaria |
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