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Heinrich Rudolph Hertz
Amburgo 22.2.1857- Bonn 01.01.1894
 
       
CENNI BIOGRAFICI
     


Nasce il 22 febbraio 1857 ad Amburgo, il padre era un avvocato di origini ebraiche, ma la famiglia era stata battezzata e tendeva ad integrarsi nell'ambiente sociale tedesco. Il padre fu dapprima avvocato, poi giudice e infine divenne Senatore della città di Amburgo (equivalente di assessore odierno). Heinrich era uno studente modello, delle sceltissime scuole che frequentò, imparò molte lingue. Studiò a Dresda, a Monaco e a Berlino. A ventitré anni si laureò con la tesi "induzione nelle sfere rotanti". 
Nel 1880 divenne assistente di von Helmholtz, già docente dell'università di Berlino.
Nel 1883 ottenne l'abilitazione a Kiel
Nel 1885 ebbe l' incarico presso l'Università di Heidelberg.
Nel 1889 era docente all'Università di Bonn.
 









Cenni biografici 


   

estratto dalla tesi di laurea di Roberta Milani -Università di Pavia







Heinrich Heinrich, Rudolph Hertz nasce ad Amburgo, il 22 Febbraio 1857, in una delle più illustri famiglie della città; il padre Gustav, di origine ebraica, era avvocato e uomo di cultura. Fin da bambino mostra una passione ed una propensione straordinarie per la costruzione di piccoli strumenti e congegni; apprende le tecniche di lavorazione del metallo e del legno e segue specifiche lezioni di disegno meccanico. Hertz si avvarrà di questo addestramento tecnico nello svolgimento delle sue ricerche sperimentali.  Terminato il Ginnasio, gli interessi prevalenti per le discipline tecnico-scientifiche, lo portano a scegliere la Facoltà di Ingegneria. Svolto il servizio militare, sceglie di dedicarsi completamente alla ricerca universitaria: tra il 1877 e il 1878 trascorre un anno intero all’Università di Monaco affinando le proprie conoscenze matematiche e seguendo dei corsi presso l’Istituto Tecnico, dove intraprende ricerche di fisica sperimentale. Il 1878 si trasferisce all’Università di Berlino per completare la propria formazione nel prestigioso laboratorio di fisica diretto da Hermann von Helmholtz, il cui indirizzo di ricerca era noto all’epoca per la stretta combinazione tra ricerca sperimentale ed elaborazione teorica.



Il naturale talento e la solida preparazione consentono ad Hertz di mettersi in luce all’interno dell’ambiente accademico berlinese; a notarlo è lo stesso von Helmholtz che non esita a seguire personalmente il giovane allievo, stimolandone l’ingegno e incoraggiandone la carriera. La carriera di Hertz procede per tappe molto rapide: nel 1880 entra come assistente nel laboratorio dell’Università di Berlino, nel 1883 il Ministero prussiano della Pubblica Istruzione lo induce a conseguire la libera docenza a Kiel, con la prospettiva di una successiva promozione; nella Pasqua del 1885 viene chiamato come professore ordinario di Fisica al Politecnico di Karlsruhe, dove porta a compimento le sue ricerche sulle onde elettromagnetiche.  A Karlsruhe sposa Elisabeth Doll, figlia di un collega. Il secondo semestre del 1889 accetta la carica di Ordinario di Fisica all’Università di Bonn. Negli anni seguenti ottiene numerosi riconoscimenti dalle Accademie e dagli Istituti di tutta Europa: nel 1888 la Società Italiana delle Scienze gli conferisce la medaglia Matteucci, nel 1889 l’Academie des Sciences di Parigi gli conferisce il premio La Caze, e la K. K. Akademie di Vienna il premio Baumgarten; nel 1890 la Royal Society gli conferisce la medaglia Rumford. Le Accademie di Berlino, Monaco, Vienna, Gottinga, Roma, Torino e Bologna, lo eleggono a membro corrispondente, e il governo prussiano gli conferisce l’ordine della Corona. Anche dopo la storica scoperta delle onde elettromagnetiche, realizzata tra il 1886 e il 1888, che lo rende celebre e conteso, Hertz rimane un uomo riservato e pacato; rifiuta anche la cattedra di Fisica teorica all’Università di Berlino, per essere libero di poter continuare la propria attività intensamente e senza pressioni esterne. Helmholtz lo ricorda così nella prefazione ai “Principi”: Heinrich Hertz si è assicurato attraverso le sue scoperte una gloria imperitura nella scienza. Ma il suo ricordo non sopravviverà solo attraverso i suoi lavori: per tutti coloro che lo conobbero resteranno indimenticabili le amabili qualità del suocarattere, la sua immutabile modestia, il suo caloroso riconoscimento del lavoro altrui, la sincera riconoscenza per i suoi insegnanti. Per lui era sufficiente operare per la verità, quella verità che perseguiva con ogni sforzo; mai in lui prevalse la benché minima traccia di brama di gloria o di interesse personale. Gli amici e i colleghi lo ricordano di natura silenziosa e schiva, restio a rivendicare i meriti di una scoperta o intuizione; attento e acuto, non risparmiava però giudizi di disapprovazione e sdegno nei confronti di studi negligentemente condotti o esibiti. Colpito da un’incurabile malattia alle ossa, già nel novembre del 1892 le sue condizioni divengono molto precarie; ciononostante, Hertz continua l’attività didattica universitaria. Proprio in questi ultimi anni si dedica interamente al progetto di una generale rifondazione della meccanica, dando vita ai Prinzipien der Mechanik [I Principi della meccanica] Nonostante la malattia, che talora lo costringe a rallentare e sospendere gli studi, Hertz riesce ad ultimare l’opera; le lettere scritte ad amici testimoniano la sua intenzione di rivedere e sviluppare in modo compiuto alcune parti, solo provvisorie, in modo particolare il secondo libro, ma l’avanzare della malattia glielo impedisce: Hertz muore il primo gennaio del 1894.
  

Roberta Milani