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Giambattista della Porta 

   
Vico Equense (Napoli) 15.11.1535-Napoli 04.02.1615

 

      
Cenni biografici
      

 

  
Fu filosofo, scienziato e commediografo.  I suoi primi interessi si rivolsero allo studio della magia naturale, e trovarono una parziale espressione nella Magia naturalis sive de miraculis rerum naturalium, stampata nel 1558. L'opera era divisa in quattro parti ed era consacrata all'indagine dei principi generali della natura, cioè alle regole di simpatia e antipatia che, a giudizio dell'autore, dominavano il corso di tutte le cose, e all'analisi di alcuni fenomeni fisici e chimici.
L'insoddisfazione per la riuscita dell'opera spinse Della Porta a tentarne una radicale revisione, durata quasi trenta anni, fino al 1589 -data della seconda e definitiva edizione -, in un continuato sforzo di revisione e miglioramento delle teorie giovanili. Stavolta l'opera venne divisa in venti libri e ospitò anche un'accorata difesa contro le accuse di magismo che gli erano state rivolte da diverse parti. Una posizione speciale nella nuova edizione occuparono anche le questioni di ottica, ospitate nell'ampio e innovativo libro XVII. Negli ultimi anni della sua vita Della Porta lavorò anche a una terza edizione della Magia naturalis, ribattezzata Taumatologia e rimasta incompiuta. Intanto nel 1563 era apparso il trattato intitolato De furtivis literarum notis vulgo de zefiris, e nel 1566 l'Arte del ricordare.  La diffusione di queste opere accrebbe di molto la fama di Della Porta nella repubblica delle lettere, e nel 1579 egli ricevette l'invito del cardinale Luigi d'Este a recarsi a Roma. Nel corso del 1580, per ordine del suo nuovo padrone, si spostò a Venezia per soprintendere alla fabbricazioni di alcuni strumenti ottici, facendo la conoscenza anche di Paolo Sarpi che lo introdusse agli studi sul magnetismo. Tornato a Napoli, Della Porta fece stampare due operette di agricoltura, alle quali seguirono nel 1586 e nel 1588 il De humana physiognomia, la Phytognomonica e un commento all'Almagesto di Tolomeo. Durante lo stesso 1588, tuttavia, venne colpito da una denuncia anonima e sottoposto a un processo da parte dell'Inquisizione con l'accusa di praticare l'occultismo e la magia. Tra il 1589 e il 1590, nonostante le vicissitudini, visitò ripetutamente Tommaso Campanella. Nel 1592, mentre a Francoforte usciva l'enciclopedia naturale in dodici libri intitolata Villae e a Napoli si preparava la stampa del De refractione, la sua versione volgarizzata del De humana Physiognomia venne colpita dal divieto di stampa. L'opera, alla quale egli aveva a lungo lavorato, poté vedere la luce solo nel 1598, presentata con lo pseudonimo di Giovanni De Rosa. Superate soltanto in parte le difficoltà con la censura ecclesiastica, Della Porta pubblicò tra il 1602 e il 1603 anche un'Ars reminescendi, i Pneuticorum libri tres e i sei libri della Coelestis physiognomoniae.
Nel 1604, ormai anziano, Della Porta conobbe a Napoli Federico Cesi esule da Roma e con lui meditò il progetto di rinnovare nella città partenopea la soppressa Accademia dei Lincei. Nel 1608 proprio Cesi fece stampare a Roma il De distillatione e nel 1610 il De aeris trasmutatione, l'ultima opera scientifica di Della Porta, all'interno della quale erano discussi numerosi problemi di meteorologia e di climatologia. Dopo l'annessione all'Accademia dei Lincei si verificò la polemica con Galileo per il riconoscimento dell'invenzione del cannocchiale. Pur riconoscendo al matematico toscano il merito di un'applicazione originale del nuovo strumento, Della Porta redasse un trattato-memoriale, che rimase inedito ed intitolò De telescopio, con il quale ricostruì le diverse fasi della preparazione dello strumento. Il naturalista napoletano compilò anche un grande numero di tragedie e di commedie che vennero più volte messe in scena nei teatri di tutta Italia e riscossero una cospicua fortuna.     

  
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