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Sant'Ambrogio Diego. Notizie e presunzioni preliminari intorno ad alcuni dei marmi milanesi di Desio
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La
collocazione sua precitata nel pavimento spiega i guasti lievi ma piu'
l'erosione del marmo nei punti salienti della statua supina del Ramirez
De Guzman, raffigurato in pieno assetto di guerra, con armatura intera
a parti snodate, corazza, bracciali, cosciali ed il morlone ai piedi
sul lato destro della persona, mentre sul lato sinistro vi sta un libro
chiuso.
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Il capo
ricoperto da un berretto con lunga piuma, riposa su due cuscini:
porta il defunto baffi e barba intera accuratamente arrotondata
quale usava l'imperatore Carlo V,
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e mentre, la mano sinistra riposa
sull'elsa della lunga spada stesa sulla sua persona, la destra pare
accarezzi il pugnale o stocco che gli pende al fianco.
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In una
specie d'attico all'estremità superiore di questa lastra tombale
dovevano essere riprodotti gli stemmi di questo capitano dei fanti,
morto valorosamente di 35 anni, all'assalto di Lodi nel 1528, e che
vantava la discendenza della sua famiglia dei De Guzman di Spagna; essi
andarono però scalpellati all'epoca della Cisalpina, come abrase
andarono pure le lettere in corsivo della epigrafe che qui appresso si
riproduce, per le discordanze che offre nella disposizione e in
alcune parole, fra cui quella di fra cui in quella di mestissimi invece di meritissimi col testo dell'Allegranza.
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L'iscrizione è la seguente :
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DIEGO RAMIREZ DE GUZMAN RAMIRI NVGNEZ DE GVZMAN FILIO
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genere ab Hispania regibus INGEGNO QDEM DIVINO ATQ
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IPSIS MORTALIBUS GRATISS Q DVM IN LAUDENSI EXPVGNA
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TIONE DURISS - CAE - COHORTIS DVCTOR INTER TORMENTI
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FEMVR TRANFIXVS MORTEM SVAE INCLITE FAMILIE DEBITAM
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NEC NON INGENTIS ANIMI SVI ARDORI PAREM ACCVBVIT
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PROPINQVI AMICIQ FORTIS IVVENI comitiq DVLCISSQ AMICO
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MESTISS POSVERE MDXXVIII TTIO KAL ° IVLII ° VIXIT ANN. XXXV
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Non appare da questa lapide di Desio che vi sia stato aggiunto , come vorrebbe il Valeri, il verso seguente:
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QVON FORTVNA NEGAS ARS OPEROSA DABIT
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la qual
sentenza sarebbe rimasta ad attestare altresì della eccellenza
dell'opera d'arte che dava ai posteri l'effigie per intero del
guerriero che i fati avevano rapito ; in ogni modo, e
benchè trattandosi di persona di cospicua famiglia venuta a
mancare sì tragicamente nel 1528, allorchè fiorivano in
Milano come scultori egregi il Busti, il Solari ed il Cristoforo
Lombardi, detto il Lombardino, è alle scuole di questi egregi
artisti che debbasi quel simulacro attribuire , i guasti sofferti
da quel marmo non permettono di mettere innanzi alcuno di quei nomi
gloriosi dell'arte lombarda , e il lavoro non esce apparentemente dalla
media dei ricordi tumulari consimili, poco essendovi a notare di
lodevole anche nella trascrizione epigrafica cui si dava invece grande
importanza nei lavori di qualche conto.
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estratto da (1)
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