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Comune
di Lissone
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Area archeologica 'Pessina ' 1886 | | | |
| | | | | | | | | Durante l'ampliamento dello Stabilimento
Pessina (sita nel parchetto di Via Dante Alighieri ang. Don Giovanni
Minzoni) tra il 1886-87 vengono ritrovati i reperti sottoelencati e
posti in una vetrina. Oggi sono dispersi. | | | | | | | | | | | Notizie dei reperti trovati nel 1886 e tutt'ora irreperibili | | | | | | | | Medio-bronzo di Domiziano | | (81-96 d.C.) | | | | | | | | Gran-bronzo di Adriano
(sesterzio) | | (117-138 d.C) | | | | | | | | Gran-bronzo di Marco Aurelio Antonino (sesterzio) | | (161-169 d.C.) | | | | | | | | Medio-bronzo Commodo | | (180-192 d.C.) | | | | | | | | Medio-bronzo di Settemio Severo | | (193-211 d.C.) | | | | | | | | quattro medio-bronzi indecifrabili | | | | | | | | | | Tre lucernette | | epoca romana | | | (una è senza iscrizione) | | | | | (una ha la scritta FORTIS)
(una ha la scritta C. Dessi) | | | | | | | | | | coltello di ferro per uso domestico | | | | | | | | | | piatto rosso | | | | | | | | | Area
archeologica Piazza Giovanni XIII | Vasi in ceramica , anfore e olle | | | | | | | | | | | | | | | | | | |
| | | | La tomba romana di via Carotto (scoperta nel 1876) | | | | La tomba romana di via Carotto | | | | In
Via Carotto l'11 maggio 1876 nel sistemare il piano di un cortile,
è venuta alla luce una tomba in mattoni così ben
descritta dal professor Antonio Caimi dell'Accademia di Brera: "... i
lavoranti avevano aperto la tomba, levando due rozze lastre di pietra
detta migliarolo (cioè una specie di marmo, Nda) che la
coprivano, e avevano in essa trovato due scheletri abbastanza ben
conservati, di cui uno era d'uomo robusto e di non comune statura,
l'altro, di forme più esili e di minori dimensioni poteva
credersi quello di una donna o di un giovinetto. I due scheletri
giacevano in senso inverso, l'uno all'altro sovrapposto. Un medico, il
quale ispezionò il cranio del più robusto, ritenne che
potesse appartenere ad un uomo di età non superiore ai
trent'anni... si constatò che (la tomba Nda) era costrutta con
mattoni di non comuni dimensioni... quei laterizi apparivano di ottima
qualità, e fortissimo ne era l'interposto cemento...
nell'interno si rinvennero un vaso di vetro perfettamente conservato,
un vasetto in terra cotta a forma di urceolo (piccolo orcio, Nda), e
una sottile armilla (braccialetto, Nda) di bronzo avente a ciascuno dei
capi una testa di serpente... nessun dubbio che quella tomba risalga ai
tempi romani".Accanto a questa tomba sono stati rinvenuti altri
frammenti (ad esempio: un cerchietto in bronzo) che hanno fatto pensare
a un accenno di sepolcreto che si estendeva in direzione dell'odierna
Piazza Cavour, purtroppo manomesso e rovinato. (dal sito del Comune di Lissone) | | | | Archivio Storico Lombardo : Giornale della società storica lombarda (1876 giu, Serie 1, Volume 3, Bollettino) | | | | Area
archeologica Piazza Giovanni XIII | | | | | | | | | | | | Durante
gli scavi per la nuova chiesa , precisamente vicino al settimo pilastro
di sinistra , vengono alla luce reperti archeologici dei quali ci e'
rimasta solo la foto di Farina Giulio | | | | | | | | | | | | | | | | |
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Area
archeologica Via Sant'Antonio |
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| | Area
archeologica via Loreto | | | | | | | | Area
archeologica strada per Santa Margherita (1872) | | | | | | | | | |
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CASSINA ALIPRANDI
comune di Cassina Giorgio Aliprandi
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sec. XVI - 1757
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e nei successivi aggiornamenti del XVII secolo la cascina Aliprandi risulta compresa nella pieve di Desio (Estimo di arlo V, cart. 16 e 17).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune contava circa 130 anime edera
amministrato da un console, tutore dell’ordine pubblico,e dai
compossessori della terra, ai quali era delegata lagestione degli
interessi della comunità ed in particolare la“vigilanza
sopra la giustizia dei pubblici riparti"La
comunità non era assistita da un cancelliere stabile, questi
veniva infatti nominato dai compossessori solamente in occasione della
compilazione dei riparti, i quali venivano pagati personalmente dagli
estimati alle casse della provincia (Risposte ai 45 quesiti, cart.
3063). A metà del XVIII secolo il comune, infeudato “sotto
il titolo del feudo di Desio” dal 1476 (Casanova 1930), era
sottoposto alla giurisdizione
del podestà feudale di Desio, rappresentato in loco da un
luogotenente, a cui la comunità nulla corrispondeva, ed alla
giurisdizione regia del podestà di Milano, presso la cui banca
criminale il console, tutore dell’ordine pubblico, era tenuto a
prestare l’ordinario giuramento
(Risposte ai 45 quesiti, cart. 3063).
comune di Cassina di Giorgio Aliprandi. 397
1757 - 1797
Nel
compartimento territoriale dello stato di Milano (editto 10 giugno
1757) il comune di Cassina di Giorgio Aliprandi risulta inserito nella
pieve di Desio, compresa nel ducato di Milano. Nel 1771 Cassina di Giorgio Aliprandi contava 227 abitanti (statistica delle anime 1771). on
la successiva suddivisione della Lombardia austriaca in 8 province
(editto 26 settembre 1786) il comune, sempre compreso nella pieve di
Desio, venne incluso nella provincia di Milano. In forza del nuovo
compartimento territoriale per l’anno 1791, il comune di Cassina
di Giorgio Aliprandi rimase nella pieve di Desio, inserito nel XII “distretto censuario” della provincia di Milano (compartimento 1791).
comune di Cassina di Giorgio Aliprandi. 398 1798 - 1809
Con la legge
27 marzo 1798 di organizzazione del dipartimento del Lario (legge 7
germinale anno VI) il comune di Cassina di Giorgio Aliprandi venne
inserito nel distretto di Desio. Anche in seguito alla legge 26
settembre 1798 di ripartizione territoriale dei dipartimenti
d’Olona, Alto Po, Serio e Mincio (legge 5 vendemmiale anno VII),
il comune rimase nel distretto di Desio, trasportato nel dipartimento
d’Olona.
Il comune di Cassina Aliprandi, in forza della
legge 13 maggio 1801 di ripartizione territoriale della Repubblica
Cisalpina (legge 23 fiorile anno IX), venne incluso nel distretto I del
dipartimento d’Olona, con capoluogo Milano. Con
l’attivazione del compartimento territoriale del Regno
d’Italia (decreto 8 giugno 1805) Cassina Aliprandi rimase nel
distretto I di Milano, inserita nel cantone VII di Desio: comune di III
classe, contava 217 abitanti.
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Con il decreto di aggregazione e unione dei comuni del
dipartimento d’Olona (decreto 4 novembre 1809) il comune di
Cassina Aliprandi fu soppresso ed aggregato al comune di Lissone,
compreso nel distretto I di Milano, cantone VI di Milano.
In forza del successivo decreto di concentrazione e unione dei comuni
del dipartimento d’Olona (decreto 8 novembre 1811), Cassina
Aliprandi, disaggregata da Lissone, venne unita al comune di Seregno,
inserito nel distretto III di Monza, cantone IV di Desio.
comune di Cassina Aliprandi. 399 1816 - 1859
Con il
compartimento territoriale delle province lombarde del regno
Lombardo-Veneto (notificazione 12 febbraio 1816) il ricostituito comune
di Cassina Aliprandi venne inserito nella provincia di Milano,
distretto V di Barlassina. Il comune, che aveva convocato generale,
rimase nel distretto V di Barlassina anche in seguito al successivo
compartimento territoriale delle province lombarde (notificazione 1
luglio 1844). Nel compartimento territoriale della Lombardia
(notificazione 23 giugno 1853) il comune di Cassina Aliprandi
risulta ancora compreso nella provincia di Milano, distretto VIII di
Barlassina. La sua popolazione era formata da 418 abitanti.
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| | Da: beniculturalilombardia | | | | | | | | | | Gestione aree archeologiche di Lissone | | | | “Si richiama quanto indicato nella nostra nota prot. n.6670 del 12.07.2010, ritrasmessa in allegato alla nota prot.n.7050 del 10.05.2011, con indicazione delle aree che già in passato hanno restituito presenze archeologiche e quindi da considerare a rischio di ulteriori rinvenimenti, ovvero:
− Via Carotto e area ex-stabilimento Pessina: necropoli di età romana e tardo romana; − Piazza Giovanni XXIII: necropoli di età romana; − Via S.Antonio (f.28,pp.cc.406,407,408,409: cisterna di età romana; − Via Loreto:pozzo di possibile età romana; − Piazza Libertà:resti della demolita chiesa parrocchiale.
Si segnala che nella tavola PR4 Vincoli.pdf del P.G.T. vigente l’area di rischio archeologico è posizionata in modo scorretto. Si chiede, pertanto, di effettuare una correzione del documento e di indicare come area a rischio archeologico il centro storico, nel perimetro del quale sono avvenuti i rinvenimenti citati. Si chiede anche che nell’ambito del piano delle regole, sia prescritta una comunicazione preventiva a questa Soprintendenza per tutte le opere che prevedono opere di scavo. La comunicazione dovrà essere inviata (per posta e fax) dal proprietario o dall’impresa appaltatrice dei lavori di scavo alla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia Via E. De Amicis 11, 20124 Milano fax 0289404430 con un anticipo di 15 gg. Lavorativi rispetto all’inizio effettivo dei lavori di scavo. La comunicazione dovrà contenere l’indirizzo e gli estremi dell’area oggetto di intervento, un estratto di mappa, una breve relazione che indichi la natura dell’intervento ed in particolare l’ampiezza e la profondità dello scavo, oltre alla sua esatta ubicazione. Dovranno essere indicati i riferimenti telefonici del personale di cantiere o dell’architetto che dirige i lavori in modo da permettere di prendere i dovuti contattai. In caso di differimento della data prevista di inizio lavori si chiede una tempestiva comunicazione a questo ufficio via fax. Non si chiede l’invio del progetto completo, dal momento che questo contiene elementi relativi agli alzati la cui valutazione non è di competenza di questo ufficio. Questa Soprintendenza, nella persona del funzionario Dott.ssa Grazia Facchinetti, resta disponibile per eventuali chiarimenti e per una migliore perimetrazione dell'area di rischio. Sarà cura di questa Soprintendenza, nel caso di futuri ritrovamenti, comunicare i dati a codesto Comune perché possano essere inseriti negli aggiornamenti del PGT. Si coglie, | | | | | | note: | | A.
CAIMI 1876, Tombe dell’età romana discoperte a Lissone
presso Monza, “Bullettino della Consulta archeologica” in
appendice ad “Archivio storico lombardo”, 3,pp. 39-42 | |
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